UNA DONNA, MATURA E FORTE...
 

Mi chiamo Cosimo, ho 58 anni, e vivo in provincia di Salerno a S. Cipriano  piacentino, a 13 Km circa dal centro urbano di questa città. Sono un ex che  non ha avuto molto bisogno di sostegni esterni, per sua fortuna, quando ha  deciso di uscire dalla vita religiosa. Ho potuto da subito sostenermi,  puntando a creare una comunità con altri amici, per vivere nella  semplicità lo spirito del vangelo e delle prime comunità cristiane. Poi  siamo rimasti soli io e mia moglie, ed abbiamo continuato ad aprire la  nostra porta a tante accoglienze, quelle che il Signore ci mandava e  l'ampiezza della casa rendeva possibili. Gli inizi risalgono al lontano  1980, ma  senza andare troppo per le lunghe, arrivo al punto in cui sono  oggi. Da quando ci mettemmo insieme, io e Giovanna, mia moglie decidemmo  che  la nostra sarebbe stata una famiglia aperta, disponibile ad  affidamenti o adozioni, per rendere visibile già nella nostra famiglia il  progetto di Dio per l'umanità: siamo tutti suoi figli, la  paternità/maternità non è soprattutto fisico-biologica ma di cura, di  attenzione e di amore, per tutti i figli dell'uomo. Non abbiamo avuto  figli nostri, ma la mia famiglia è composta di 5 figli, e la prima è una  ragazza in carrozzina gravemente handicappata che aveva 4 anni quando la  prendemmo, ora ne ha 24. Nel frattempo, preoccupati di dare un futuro a  questa nostra figlia abbiamo promosso e realizzato un Centro di lavoro e  poi una casa famiglia per l'accoglienza di persone in situazione di  disagio. Oggi tutto questo è una realtà. Stiamo per terminare una  struttura tutta nostra in cui potranno trovare adeguato spazio sia il  Centro di lavoro, sia la Casa-famiglia per  l'ospitalità di 5, o 6 persone  che ne hanno bisogno. Vengo al dunque. Esattamente 8 mesi fa,  il 12  aprile u.s. mia moglie, colpita da tumore all'intestino, mi lasciava per  tornarsene al Padre. Il Signore conceda a lei il meritato riposo nella  gioia dei santi. Io però, con tutto il carico di lavoro che ci eravamo  costruiti, sono rimasto solo. Come avrete capito non ho problemi  economici. Avendo vissuto sempre nell'essenzialità e nella totale  disponibilità ad accogliere e farci carico dei poveri, la solidarietà  intorno a noi non è mancata. Oggi a me manca la persona con cui dialogare  e progettare insieme il futuro, manca una guida per i miei figli, una  persona che si faccia carico della mia casa, e appena terminata la  struttura di accoglienza, una persona che assieme a me voglia condividere  la vita di quanti il Signore ci manderà nello stile della condivisione e  dell'accoglienza umana e cristiana che sa vedere in chi bussa alla propria  porta il volto di Cristo sofferente. Non sta a me sottolineare la  grandezza e la bellezza di un servizio agli ultimi come quello che ho  messo in piedi e sto realizzando. Qualsiasi pur breve esperienza in realtà  come la mia può rendere certi di questo. Questa mia lettera credo possa  essere intesa come un appello e un grido di aiuto, ma anche come  un'offerta ed una proposta di autenticità e di forte testimonianza di  vangelo vissuto, a chi non intende più continuare a vivere soggiogato  dalle anguste regole della struttura ecclesiastica ma voglia continuare a  testimoniare il suo amore a Cristo negli ultimi e negli esclusi. Vorrei  chiarire che non intendo offrire lavoro, nè quindi assicurare stipendio,  ma proporre una condivisione di ciò che io ho e di quanto sinora ho  realizzato. Conoscete una donna, matura e forte che abbia voglia di  impegnarsi in una impresa di questo genere? Volete proporre a qualcuna  questo mio appello, come l'opportunità di farsi un'esperienza di  condivisione reale? Grazie!

 Grazie, comunque vada a finire questo mio appello-sfogo. Grazie,  perchè  ci siete, finalmente, e grazie per quanto riuscirete a fare. Credo sia  superfluo sottolineare quanto  grave sia il problema al quale vi state  attrezzando a dare risposta e quanto  ingiusto sia il sistema che pone in  essere situazioni di abbandono e di miseria, come quelle che hanno per  protagonisti tanti ex, sopratutto donne. Davvero il il regno di Dio e la  Chiesa di Gesù sono altra cosa dalla struttura gerarchica,  spesso  settaria, cieca e sorda, ma soprattutto incoerente e traditrice della  parola di Gesù di Nazareth. Se dessimo valore reale a quel provocatorio ed  esigente "avevo fame e mi avete dato da mangiare ..." sì che la Chiesa e  il mondo con essa cambierebbe. Tanti cari auguri ed ancora grazie.

Ho inviato questo appello a molti in Italia ora lo mando anche a voi. Non è certamente un impegno da poco che chiedo, ma la solidarietà e la voglia di costruire il Regno passano anche per gesti non consueti e "normali". Spero di avere comprensione e sostegno.
Grazie ancora

Cosimo Capogrosso, Salerno
[email protected]

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