OGNI GIORNO SIA UN'ESPERIENZA DI RESURREZIONE!
 

Sono state motivo di vera angoscia, per noi che raccogliamo ogni richiesta di solidarietà, le lettere che ci sono giunte il mese scorso. Ci confermiamo, perciò, nel proposito di continuare ad ESSERCI.

Non deve suonare male alle orecchie questo modo di chiamarci, “Donne contro il silenzio”, perché la nostra condanna è davvero, quasi esclusivamente, il silenzio.

Non siamo un’accozzaglia di donne frustrate (accanto ad uomini che lo sarebbero altrettanto): ci sono quelle che si vedono respinte dall’amore per un prete a causa del fatto che le autorità ecclesiali vedono nel matrimonio un attentato al celibato presbiterale; ci sono le ex-suore, tra cui non è difficile incontrare le pacificamente adattate al nuovo inserimento sociale, ma che forse non sarebbero venute meno alla loro vocazione in condizioni di maggiore libertà di spirito e di possibilità di esprimere i propri talenti; ci sono le donne che vorrebbero accedere al diaconato o al presbiterio, o vorrebbero essere più sganciate dalla dipendenza da autorità ecclesiali maschili; ci sono donne che vivono drammaticamente la loro espulsione (talvolta abilmente camuffata da un posto riconosciuto nella Chiesa e nella società), perché poco… disciplinate, ad esempio, nella ricerca teologica …..

E c’è l’altro versante, considerevole, dei preti ancora in ministero, che tengono in catene una donna di nascosto. C’è chi, insomma, soffre; e avrebbe molto da dire per incidere positivamente sul rinnovamento della Chiesa con proposte scaturite dalla volontà di non rendere improduttiva la propria esperienza e i propri carismi.

Si dovrebbe sapere, da parte di chi ci conosce, che i cambiamenti richiesti non sono frutto di optional, pretese, lassismo, voglia demolitrice dell’istituzione, eccetera. E’ vero, non abbiamo voce in capitolo, come non ne ha nessuno, se non è autorizzato. Triste circolo vizioso! Può esprimersi chi si accoda all’establishment, non chi vive drammaticamente l’esclusione, qualunque sia la forma che assume.

Di fronte a tale situazione restano alcune possibilità: tacere e cercare l’autonomia e l’affermazione di sé, senza preoccuparsi di entrare in qualche modo nei quadri istituzionali; ribellarsi e parlare a ruota libera… , anche se al vento; crearsi angolini idilliaci di comunità gratificanti, senza chiedersi se davvero, facendo così, si dà uno scossone all’istituzione (ma contandoci molto); diventare laiche nel modo più radicale del termine, lontane mille miglia da un’appartenenza che non ‘sentono’ più…

Ma c’è la via di chi non accetta di tacere. Con noi si può parlare e fare in modo che la parola detta sia testimonianza lasciata alla storia…

Non ci impegniamo a favore di noi stesse/i. Ma in aiuto a chi non può scegliere tra parlare e non parlare, perché ha messa la museruola…

Vi invitiamo ad incoraggiare la nostra voglia di vincere la tentazione del silenzio.

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Ci sono soprattutto le “fuoriuscite” e gli analoghi maschili, nonché quelle “mal-rimaste” e gli analoghi maschili, che avrebbero bisogno MATERIALE. Senza un aiuto concreto per avere una casa e un lavoro, non ci sono parole che servano.

Era per questo che ci eravamo dedicati/e anima e corpo alla Fondazione CHIF. Ma i tempi di questa sono lunghi e ancora incerti, mentre i bisogni sono immediati.

Che fare?

Anzitutto ci auguriamo che la CHIF proceda, riproponendosi in forme più sicure…

Intanto vogliamo costruire una rete di solidarietà che agisca nell’immediato. Per questo abbiamo bisogno di adesioni, di adesioni, di adesioni.

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Il dibattito che vogliamo fare circa la Vita religiosa ha ricevuto un grandissimo risultato, che funziona a prova di bomba: abbiamo ricevuta una risposta unanime: il SILENZIO.

Bene, continuiamo a bussare alle porte dell’ascolto che non c’è. Perde chi si tira indietro, non chi resiste. Tenteremo tutte le vie.

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Vi preghiamo: Fatevi vivi anche voi che ricevete la presente. Aiutateci con la vostra collaborazione, fatta almeno di buona volontà. Accettiamo suggerimenti e proposte.

 Ringraziandovi per averci ascoltato, vi invitiamo a leggere nel sito www.donne-cosi.org/ gli aggiornamenti mensili.

Joelle Cerfoglia, Ernesto Miragoli, Ausilia Riggi e Giuseppe Zanon

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