RIPOSI IN PACE
 

Ad ogni persona che soffre si deve rispetto. Wojtyla ha veramente conosciuto, specialmente negli ultimi anni, la sofferenza.

Altrettanto succede, spesso in modo ancora più grave, ogni giorno nel mondo a milioni di donne, uomini e bambini. Spesso, molto spesso, alla sofferenza si aggiunge l’abbandono, l’assenza di cure.

Il papa è stato trattato come uno dei massimi potenti della terra perché di fatto appartiene al loro “gruppo” e nella società si colloca al loro livello economico, nel mondo dei ricchi.

Lo spettacolo

La spettacolarizzazione della sua sofferenza e della sua agonia ha superato ogni decenza. Dalle televisioni ai giornali la retorica delle immagini e delle parole è riuscita a fare di questo fatto un evento, anzi "l’evento", che da molti giorni sta cancellando tutto il resto.

Certo, è giusto e legittimo accusare i media per i loro eccessi e molti giornalisti per la loro mancanza di spirito critico e di rispetto. Ma resta il fatto che questo stile da attore lo ha creato, con la compiacenza dei mezzi di comunicazione, lo stesso papa. Il vaticano "ha fatto teatro" in questi 27 anni di pontificato e il papa si è vestito da attore e la "compagnia teatrale" ha girato il mondo.

Ora ci troviamo in una chiesa fatta soprattutto di gente che va allo spettacolo e molti piangono la scomparsa dell’attore principale. In questo stile di spettacolarità il papa è diventato il centro della chiesa.

Dio, Gesù, la Bibbia sono scivolati in estrema periferia.

Questo è lo snaturamento, il travisamento tragico di questo pontificato che, mediante il successo dello spettacolo, ha spento la creatività e ha ridotto la partecipazione al consenso al grande attore, al battimano.

Così si è creato il vuoto in cui, molti piccoli attori, amici del grande attore, hanno occupato progressivamente la scena.

Il loro problema, ora, è come trovare qualcuno che sia all’altezza dello spettacolo e poter continuare il teatrino.

Morto un papa se ne fa un altro

Non sempre in un centro di accoglienza è facile sostituire un volontario; spesso la scomparsa di un padre o di una madre rappresenta una perdita irreparabile.

Nulla di questo nella chiesa. Se si esce dalla retorica, è evidente che non c’è difficoltà a fare un altro papa. L’unica difficoltà è come "disciplinare l’accesso", nel senso che ci sono troppi concorrenti e numerosi aspiranti e… uno solo potrà arrivare. Lo scontento sarà grande. La lotta per la successione è già iniziata da oltre un anno e ora, nelle sale del conclave, sempre tirando in ballo lo Spirito Santo (!!!), si arriverà al dunque.

Un uomo generoso, un papato disastroso

La generosità e la dedizione dell’uomo Karol Wojtyla sono stati sotto gli occhi di tutti, ma il suo è stato, a nostro avviso, un pontificato disastroso, una vera sciagura. I vescovi ridotti a caporali di giornata, i teologi e le teologhe ammutoliti, i preti ricondotti al concilio di Trento, i movimenti schierati come un esercito a difesa dei “principi” e della “santa istituzione” agli ordini del Supremo Capo vaticano: papolatria quotidiana.

Povera chiesa! Questo pontificato rovinoso, che si è dichiarato pentito dei roghi e delle scomuniche del passato, ha creato una chiesa caserma, maschilista, dogmatica, sacrale, nemica delle donne, dei gay e delle lesbiche, ostile verso la ricerca, prigioniera dei più biechi pregiudizi, contraria persino alla rinascita di un amore in chi l’aveva visto morire.

Sempre più citata e presente sul video, è sempre meno presente nei cuori…

Raddrizziamo lo sguardo

Auguriamo a Karol Wojtyla la gioia dell’abbraccio accogliente di Dio.

Non lasciamoci distrarre da un fatto mondano come la successione del papa. Sì… ce ne sarà un altro, ma… tutto sommato… "un papa vale l’altro". E’ la struttura pontificale che si è tradotta in una mummia faraonica. Per questo si dimise papa Celestino appena lo capì.

Nel mondo e nella chiesa ci sono cose ben più importanti.

Puntiamo su Dio, il Dio della liberazione; puntiamo sul messaggio di Gesù concentrato nella pagine delle beatitudini… Non è dal vaticano che arrivano indicazioni per la libertà e la giustizia. Occorre riconcentrarci, se per caso ci fossimo lasciati distrarre, sulla fiducia in Dio e sul granello di senape che cresce ogni giorno nei cuori e nelle vie del mondo.

Comunità cristiana di base di Pinerolo
Pinerolo, 1 aprile 2005

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