Niente preti sposati nella Chiesa Cattolica, almeno per ora. Nei "circoli minori" č stato deciso infatti di non inserire questa proposta nell'elenco delle 'propositiones' che saranno sottoposte al voto dei padri sinodali. Lo ha reso noto l'arcivescovo di Mosca, mons. Tadeusz Kondrusiewicz: "Ho appreso dai giornali - ha detto - che c'era grande interesse per la proposta di ammettere al sacerdozio alcuni uomini sposati, i cosiddetti 'viri probati'.
Posso dirvi che il Sinodo ha risolto questo problema: il celibato sacerdotale č stato ribadito come un valore irrinunciabile". Kondrusiewicz ha spiegato che l'elenco delle proposte da sottoporre al voto č ora ridotto a 50 "propositiones", delle 280 che erano state formulate. Nei giorni scorsi ne erano state selezionate 120 ma alla fine altre 70 sono state lasciate cadere o sono state fuse alle altre e dunque assorbite.
Appare particolarmente significativo che a confermare ai giornalisti l'esclusione della proposta dei "viri probati" dal documento sinodale sia stato proprio l'arcivescovo di Mosca, estrema frontiera tra la Chiesa cattolica di rito latino e le Chiese orientali, sia quelle cattoliche che quelle ortodosse, unite tra loro, tra l'altro, proprio dalla prassi comune dei preti sposati. E al Sinodo erano stati proprio i patriarchi orientali a difendere con maggior vigore la proposta venuta da vescovi africani e latino-americani di aprire in alcuni casi all'ammissione al sacerdozio degli uomini sposati come risposta alla "fame di Eucaristia" alla quale il clero celibe non riesce pił a fare fronte. Si č preferito invece ipotizzare come risposta alla scarsitą dei sacerdoti l'ipotesi di una ridistribuzione del clero tra diverse aree geografiche, proposta dal relatore generale, card. Angelo Scola.
L'arcivescovo di Mosca sulla questione dell'intercomunione, ha affermato che "si conferma lo status ufficiale della Chiesa cattolica", che gią prevede la possibilitą per un cattolico di ricevere sacramenti in altre chiese (e viceversa) se ricorrono "condizioni eccezionali, come accade frequentemente in Russia, dove i sacerdoti cattolici non possono coprire l'intero territorio.
L'esclusione della proposta di ordinare uomini sposati dall'elenco delle "propositiones" che saranno votate dal Sinodo č stata confermata anche dall'arcivescovo di Cape Cost in Ghana, card. Kodowo Appiah Turkson, per il quale "la proosta dei viri probati č stata messa da parte, come poggiata su uno scaffale in attesa che siano esaminate tutte le altre possibili soluzioni alla scarsitą di sacerdoti".
Don Giuseppe Serrone fondatore dell'associazione sacerdoti lavoratori sposati, dopo la diffusione delle notizie sul Sinodo ha dichiarato:
«Per il Sinodo, come era gią stato anche per Giovanni Paolo II, la castitą non č un Optional: per la nostra associazione dei sacerdoti lavoratori sposati č una dichiarazione di totale chiusura ad ogni dialogo.
Invitiamo le altre associazioni legate alle tematiche dei "preti sposati" a sospendere le varie iniziative intraprese, dopo il dibattito nato in merito alla questione di lanciare un appello al Papa per il celibato opzionale dei preti.
Bisogna continuare a camminare, perņ, dal basso NELLA LIBERTĮ!
Riporto una testimonianza, che condivido in pieno, di un sacerdote sposato brasiliano: "I paesi latinoamericani, forse meno clericalizzati, non danno nessun valore a certe regolette ed a condotte burocratiche - disciplinari. Il popolo ha sete di Dio e non fa molte distinzioni tra chiese e istituzioni, anche di differenti credi o religioni.
La vera religione č quella che ci porta all“incontro col Signore, con noi stessi e con l“altro, che é lo stesso Signore. Accettare e difendere sempre il magistero ordinario nella storia passata e recente non č sempre segno di fede. Significa accettare i crimini ecclesiastici delle crociate, dei massacri delle inquisizioni antiche e moderne e delle alleanze coi poderosi del mondo. Purtroppo credo che la maggior parte dei preti che hanno lasciato il ministero non vogliono saperne piś di chiese e molti perdono anche la fede, anche per colpa dell“esclusione farisaica imposta dal vaticano e codardamente seguita dal basso e alto clero.
Tra quelli che credono, alcuni aspettano ansiosi il ritorno alle sagrestie per alimentarsi delle cipolle dello status, privilegi ed anche di situazioni economiche confortevoli. Legati al cordone ombelicale clericale alcuni fungono da chierichetti, quando l“autoritį ecclesiastica č piś benevola. Altri ancora, rompendo con legami scrupolosi, lavorano come presbiteri, nella propria famiglia, nel lavoro e nella comunitį, cercando di dar esempio di fede con una vita unione col Signore nella preghiera ed evangelizzazione nel quotidiano. Se é il caso si danno i sacramenti, in famiglia o in altri ambienti a seconda delle circostanze e preparazione dei fedeli: come impongono alcuni canoni del diritto canonico.
Se i fedeli fossero ancora legati ai paramenti liturgici perché non usarli? Infine credo che debba prevalere il buon senso e la pedagogia dell“amore, per non scandalizzare. Sempre, quando posso, insisto coi colleghi brasiliani che dobbiamo unirci intorno alla nostra bandiera, formulare dei punti basici e lavorare dentro la pastorale dei preti sposati. Tutto questo non per rivendicare nulla, ma per una necessitį che ci viene dalla natura umana e dal vangelo. Non credo che sia piś inportante e buona tattica riscavare fatti passati e continuare a disturbare il Vaticano con richieste vane. Se dal Popolo di Dio verrį la speranza, in primo luogo speriamo nell“azione delle nostre mogli e specialmente delle vedove, che hanno accompagnato il lavoro dei mariti preti"».
Chia (VT), 19 Ottobre 2005
Sacerdoti Lavoratori Sposati Ufficio Stampa
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